Cos’è lo stretching
Stretching è un insieme di esercizi finalizzati al miglioramento della flessibilità muscolare efficace
- nella prevenzione delle malattie osteo-articolari
- nella prevenzione degli infortuni
- nella terapia riabilitativa.
Si distingue in stretching dinamico (con movimento) e stretching statico (senza movimento).
Ecco alcuni tipi di stretching:
- Stretching statico attivo: consiste nell’allungamento graduale di un muscolo o di un gruppo muscolare per poi mantenere lo stiramento massimo senza alcun supporto. Aumenta la flessibilità attiva e rinforza i muscoli agonisti e va mantenuto di solito 10 secondi.
- Stretching statico passivo: lo stiramento massimo a cui si arriva gradualmente viene mantenuto grazie all’aiuto di un supporto o di un operatore. Viene utilizzato in riabilitazione o dopo l’allenamento come tecnica di “raffreddamento” e va mantenuto di solito 20/30 secondi.
- Stretching dinamico: l’obiettivo è aumentare gradualmente l’estensione articolare, arrivare al limite per riscaldare il muscolo. Un tipico esempio sono le oscillazioni di gambe e braccia o anche torsioni del tronco. Va eseguito prima dell’allenamento con 8/12 ripetizioni.
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P.N.F. È uno stretching diviso in 4 tempi. Si esegue il massimo allungamento del muscolo che si raggiunge gradualmente, poi si esegue una contrazione isometrica per circa 15/20 secondi, in posizione di massimo allungamento muscolare, quindi si rilassa il muscolo isometricamente contratto per circa 5 secondi e infine si allunga nuovamente il muscolo, precedentemente contratto, per almeno 30 secondi.La sequenza va ripetuta per almeno 2/ 3 volte. È utilizzato prettamente in ambito riabilitativo e richiede l’intervento di un supporto o di un operatore.
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C.R.A.C. Simile al P.N.F, il C.R.A.C. si differenzia nella fase finale di allungamento che prevede la contrazione dei muscoli antagonisti a quelli che si stanno allungando. Le tempistiche sono quelle le stesse del P.N.F. Anche in questo caso è utile la presenza di un operatore di supporto.